venerdì 28 ottobre 2016

a mio padre, arrivderci ...



“Ciao “vecchio” questa volta se te lo posso dire non ti arrabbierai…  ti scrivo perché parlarti non è più possibile. Questo è il mio modo per non dimenticarti …
sono solo parole, ma adesso e pur sempre meglio che niente.






L'unico modo in cui ora posso affrontare questa situazione è accettare il mio dolore e lasciarlo sfogare, anche perchè riflettere su quel che si sarebbe potuto fare è unicamente un modo per fuggire alla sofferenza di quel che ora è irreversibile e reale: la tua morte.

Ci eravamo sentiti proprio ieri e tu mi avevi assicurato che dopo il secondo intervento tutto procedeva bene. ma entrambi lo sapevamo, e tu lo sapevi secondo me già da tempo che non ci saremmo ne più visti ne sentiti.

Abbiamo vissuto pochi momenti insieme, vuoi la nostra testardaggine, vuoi la lontananza, ma quei pochi momenti sono stati intensi, ma ora non c’è ne saranno più nemmeno uno. Ricordo ancora quando con il tuo fare patriarcale dispensavi consigli dicendomi di tenere sempre un occhio rivolto a ciò che stai diventando, in modo da cominciare a porre le basi della tua vita.

Hai passato gli ultimi due mesi in un letto di ospedale, sapevo  che quel sabato di ottobre sarebbe stato l ultimo giorno che ti avrei visto…  ma la speranza sai è sempre l’ultima a morire,  ed ora mi ritrovo a pensare a te e l’immagine di te all’ospedale 

Uno è il mio dolore, quello di averti perso, uno è il mio pentimento, non averti visto ancora una volta; una è la mia colpa, non essere stato lì con te quando sei andato via; una è la mia domanda: sei sereno ora? Domanda a cui non c è risposta, domanda che mi rifarò ogni giorno della mia vita…  

Si dice che darei tutto per un’altra occasione …. Venderei l’anima al diavolo per rivederti, ma so che non me lo perdoneresti mai. Quando ci siamo salutati quel sabato di ottobre, sapevo in cuori mio che non ti avrei più rivisto, era solo questione di tempo, e quando stamattina è arrivata la telefonata avevo già capito che ci avevi lasciato.

Quando ti rivedrò sarai ormai disteso dentro una bara, inerme e immobile, ma ho voglia di rivederti ancora una volta, perché non voglio conservare quell’immagine di un uomo sofferente e sfinito, intubato in un letto d’ospedale,  ma di un uomo che ha lottato fino alla fine.


 Non ti dimenticherò mai. Meriti tutto il mio rispetto per l’uomo e padre che sei stato, sarai sempre con me questo lo so, avrai solo cambiato   la forma. Io sono il figlio di mio padre e sono fiero di esserlo. Questi giorni mi lascerò trasportare dal dolore e dal peso della tua assenza, non preoccuparti perché presto le lacrime si asciugheranno, resterà il dolore ma sarai sempre nel mio cuore …

Arrivederci  papà



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