giovedì 14 gennaio 2016

asimmetria tra banche e clienti



Il risparmio, un valore educativo che insegnava ad utilizzare al meglio le risorse disponibili e ad investire sul proprio futuro. Per questa forma, più che per il credito nacquero le Casse di Risparmio e gli Istituti di Credito. Questi istituti solevano consegnare ai ragazzi salvadanai, nei quali depositare i propri risparmi.

Ma ormai già da tempo il vento è cambiato, quegli stessi istituti ormai si accaniscono proprio contro quei ragazzi, inventando tassi,  investimenti garantiti e obbligazioni subordinate; consapevoli che l’asimmetria informativa tra banche e cliente è garantita dall’ignoranza finanziaria in cui vessa il nostro paese.  Per anni si è continuato e si continua, purtroppo, a riporre la fiducia nei gestori dei nostri risparmi. Spesso addirittura è assoluta, ed ecco che diventa facile piazzare qualunque cosa, ovviamente con un occhio sul commissionale e l’altro (chiuso) per il rischio.

Non voglio aggiungere altro alle già tante analisi fatte sul salvataggio  delle quattro banche, che nonostante vessassero  da anni in grave difficoltà a causa di cattive pratiche di amministrazione è commissariate dal governo già da qualche anno.

Eppure la Boschi e family ci insegnano qualcosa di molto importante, sui temi attuali e i suoi protagonisti: abbiamo finito di credere (non che io ci abbia mai creduto) alla famosa solidità del sistema bancario italiano e al corretto funzionamento dei controlli. Se facciamo qualche passo indietro, senza andare troppo lontani, è facile intuire che c’è ben altro in gioco che quattro piccole banche. Se avete dimenticato, vi rammento che Mps è ancora con un piede nella fossa,  la cassa di Risparmio di Ferrara, la Veneto Banca, la  Carife e tante altre  sono sottoposte a cure da cavallo.

Ecco perché mi scandalizza quando gli economisti della nostra bella Europa hanno pensato di introdurre il cosiddetto bail-in, un sistema che prevede di salvare una banca utilizzando i soldi degli investitori invece che quelli dello stato.  A questo punto sembra chiaro che: se tu hai voglia di investire o semplicemente aprire un conto corrente, devi avere ben più che semplici nozioni sulla finanza. Immaginate milioni di correntisti in fila davanti alle filiali di Banca per sostenere l’esame per accedere a un conto o ad un portafoglio titoli!! E se malauguratamente non superi il test, il diretto di banca ti esorta ad andar via perché la tua competenza in materia di finanza non permette loro di usufruire (usurpare)  del tuo denaro.  

Quando saliamo su un aereo diamo per scontato che il pilota sia stato sottoposto a visite che attestino la sua idoneità a volare. Se malauguratamente succede un incidente si accerta l’eventuale errore umano, non ci viene suggerito di studiare ingegneria o prendere il brevetto di volo. A maggior ragione per la finanza.


In caso diverso siamo costretti ad accettare la filosofia di Totò  nel film Totò truffa: “Lo so dovrei lavorare invece di cercare fessi da imbrogliare, ma non posso, perché nella vita ci sono più fessi che datori di lavoro!”

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