martedì 26 agosto 2014

LA PASSIONE QUANDO PULSA HA BISOGNO DI ESSERE VISSUTA

Se  la passione avesse una forma si potrebbe rimodellare, se avesse un peso si potrebbe ridurre, alleggerire. Ma essa non ha ne forma e ne peso, la dobbiamo prendere così com’è. La passione è un mondo che c’è ma non si vede, un mondo che si percepisce ma non si riesce a misurare, a circoscrivere con precisione.

La passione non funziona secondo gli schemi del raziocinio o della convenienza sociale, non possiamo aspettarci di controllarla o di giudicarla con ragionamenti, la passione viaggia a pelle.  Quando pulsa ha bisogno di essere vissuta, le sue vibrazioni hanno bisogno di avere uno spazio di espressione.


Queste frasi dette con la perentorietà di una massima fanno riflettere, d’altro canto l’esperienza ci ha fatto toccare dal vivo quanto sia importante  vivere con l’intera gamma  delle sue esperienze. Il richiamo che ne consegue è che occorre confrontarsi, per intero e non solo part-time, con la propria natura emotiva, occorre prepararsi a spendere tempo per capirla e a profondere impegno per dominarla

sabato 23 agosto 2014

DOMINARE L’EGOISMO …. A VOI LE COCLUSIONI





Quando tutti i popoli hanno fame, tante famiglie soffrono la miseria, quando tanti uomini vivono sommersi dall’ignoranza, quando restano da costruire tante scuole, tanti ospedali, tante case degne di questo nome, ogni sperpero pubblico o privato, ogni spesa fatta per ostentazione nazionale o personale ogni corsa estenuante agli armamenti, diventa uno scandalo intollerabile.

Quelle somme di denaro sperperate per operazioni di puro prestigio potrebbero bastare, se ben impiegate, a tirar fuori dalla miseria un buon numero di popolazioni. Triste fatalità questa, che grava pesantemente sulla razza umana. 

Nazionalismo esasperato, razzismo fautore di odio, sete intemperante di dominio, chi potrà convincere l’uomo ad allontanarsi da simili errori? Chi avrà il coraggio di spezzare per prima questa spirale, che si rivela sempre più rovinosa ed inutile? Chi avrà la saggezza di mettere fine a iniziative tanto aberranti, come ad esempio mettere freno ad alcune produzioni agricole a motivo di mancanza di organizzazione e di trasporto verso i mercati?

L’uomo che ha saputo assoggettare l’atomo e vincere lo spazio, saprà infine dominare il proprio egoismo?....

 ... Lascio a voi ogni riflessione!!!!

giovedì 21 agosto 2014

IL VOLO DEL MIO CUORE



In questi ultimi anni ho sentito forte la crepa che si è creata dentro di me.
Il mio me romantico, sognatore, passionale, si è scontrata con una realtà spesso arida e povera di voli del cuore e della mente. Crepe che inevitabilmente hanno solcato il mio sentiero, facendomi sentire ogni giorno sempre più solo. In questa solitudine, che non produce suono, che lascia soltanto note stonate, mi sono sentito come uno strumento scordato, incapace di produrre suoni armonici, sentendo a volte come una maledizione la mia propensione alla vita.
La solitudine lascia segni indelebili, di sofferenza e di paura.
In questi ultimi anno della mia vita, quando più forte è diventata la tristezza nel cuore, tanto più ho cercato di non combattere la mia solitudine, ma di nutrirla, dei miei pensieri, dei miei sogni, della sete di amore e non di fama, della ricerca di attimi e non di eterno, di un senso da dare alle cose e non di vedersele semplicemente accadere, di ricercare negli avvenimenti un significato profondo, di non adagiarmi su fragili conquiste ma di lottare sempre per me stesso, per ciò che amo e per ciò che fa ...
... VOLARE IL MIO CUORE ...

martedì 19 agosto 2014

ALLA RISCOPERTA DELLO SCOUTISMO



Nessuna associazione giovanile, possiede alla sua base una così profonda intelligenza psicologica, come quella degli scouts. Il loro scopo, fondato sul volontariato, si basa sull’educazione alla civile convivenza, attraverso attività fisiche, morali, sociali e spirituali.

  Non per nulla il movimento dei giovani esploratori vive e prospera da più di cento anni (1907) nelle diverse parti del mondo. Qualunque fossero le intenzioni del fondatore del movimento, lo scoutismo si trova attualmente a rispondere, in maniera efficace, alle esigenze dei ragazzi che hanno bisogno di trovare, al di fuori dei dictat convenzionali, qualcosa che li impegni e ne stimoli lo spirito di avventura, il gusto sano della vita.
Lo scoutismo è nel suo aspetto esteriore un istituto che promuove un insieme di attività giovanili come i campeggi, le esplorazioni nella natura, le esercitazioni con carattere di gara. Ma nel suo intimo è una regola di vita, sottolineato dalla “”promessa”” di coltivare in se quante più qualità morali come: l’impegno a compiere i propri doveri, la lealtà, il rispetto, l’aiutare il prossimo, il disprezzo della vita comoda, il senso di fratellanza senza distinzione di razza,classe o di religione.

 Lo scoutismo, quindi, non è solo scuola di educazione fisica e di disciplina, ma una vera scuola di formazione dell’uomo leale, coraggioso e altruista. E’ come andare alla riscoperta dei valori educativi, dove la persuasione regola l’imposizione, e il servizio sociale viene a sostituirsi all’individualismo.

Se vogliamo dunque che le nuove generazioni crescano migliori, in modo tale da cambiare il senso di marcia a questa vita sempre più frenetica e vinta dall’arrivismo, dobbiamo cercare di riavvicinare i più giovani a qualche cosa che li soddisfi pienamente, impegnandoli, come essi in fondo desiderano, a fare qualcosa che valga la pena di essere fatto. Il compito più arduo compete a noi, cercare, per quanto possibile, rielaborare i nostri pensieri e far si che le generazioni future possano in qualche modo salvare anche noi ….


sabato 16 agosto 2014

INQUINAMETNO VERBALE



“”Il veleno del pessimismo crea un’atmosfera di grande negatività in cui viene messo in risalto solo l’aspetto peggiore di ogni cosa””.  
 (CHARLES SWINDOLL)

Quelli che non fanno altro che lamentarsi, gemere e piangere, avvelenano il mondo con il loro inquinamento verbale.  Ne soffriamo tutti, molti vi contribuiscono, ma solo pochi si rendono conto di farlo. L’inquinamento verbale è estremamente contagioso. Quando si è circondati da brontoloni professionisti è facile farsi prendere dall’abitudine. State attenti a non diventare uno di loro.

Chi sono questi individui: i catastrofisti, che gonfiano ogni cosa in modo sproporzionato. I piagnucoloni, si svegliano la mattina è sono già negativi, e passano la giornata a lamentarsi della vita. Gli esaltatori del negativo, pensano che il loro solo e unico scopo nella vita è quello di trovare tutto quello che c’è di marcio nel mondo. I cinici, si ritengono persone intellettualmente superiori,  perciò il loro scopo è informare noi miseri ignoranti, di tutto ciò che non va nel mondo.

Fate di tutto per non essere come questi uomini, i quali quando gli viene data la possibilità di esprimersi, non fanno altro che  trovare solo negatività per descrivere le proprie esperienze.  Contrariamente alle credenze popolari, le parole non sono a buon mercato, parlare è estremamente pericoloso, quello che diciamo può avere un effetto devastante su di noi e su chi ci ascolta.


In ogni caso possiamo essere pessimisti e impotenti, oppure ottimisti, la scelta dipende da noi. Nessun altro è responsabile del nostro atteggiamento, noi è soltanto noi possiamo manovrare le vele, e godere del nostro coraggio o pagarne le conseguenze.

sabato 9 agosto 2014

LA SCIENZA E' UN BENE O UN MALE?



  
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Appartengo a quella generazione che a scuola studiava come si dividevano le cellule, ero affascinato dal miracolo dei fagioli che, messi nell’ovatta umida , germogliavano, che magia! Oggi mia figlia che frequenta il mio stesso corso d’istruzioni, si sono spinti molto più in avanti. Hanno laboratori attrezzati, fanno piccoli esperimenti, di fisica e di chimica, studiano la trasformazione dei corpi, e si dilettano a manipolare e a trasformare tutto ciò che è interesse di studio. 
La scienza nell’arco di tre secoli ha conquistato il suo posto nella società, e specie nel campo della medicina,  è stato talmente incalzante e violento che ha avuto come conseguenza una non sufficiente riflessione:

 “”la scienza è un bene o un male?””

La domanda potrebbe sembrare stupida, il bene è a conoscenza di tutti, è palese, la scomparsa della maggior parte delle malattie infettive, le scoperte volte a lenire il dolore, le ricerche nel campo delle malattie degenerative, queste sono solo alcuni degli esempi eclatanti. Ma l’andare incontrollato della ricerca fino ai limiti della conoscenza, porta sicuramente a una riflessione, se lo scienziato, oggi, si pone un interrogativo esistenziale,  vede pericoli derivanti dalla sua scienza? La risposta purtroppo è affermativa.  E i pericoli maggiori vengono dalla genetica, dalla chimica del pensiero.

“”un giorno conosceremo e saremo come Dio, ma solitari, sopra una terra morta”” (E. Wiechert)

Così come è avvenuto sin dagli albori della storia, il diritto di dare forma al mondo deve essere guadagnato tramite la sofferenza altrui, anche per la scienza tante scoperte sono state male interpretate, vedi l’energia atomica, pensata come fonte di energia motrice, è venuta alla luce in tempo di guerra ed ha trovato la sua prima applicazione per porre fine ad una guerra.


La nota positiva, è che la scienza, nonostante la sua età, è ancora ai suoi albori, ed è lecito attendersi che i nuovi progressi in campo scientifico, portino al mondo grandi benefici. Oggi è sulla strada giusta, il suo scopo è di comprendere il mondo, e verso questi obbiettivi non sono stati fatti che i primi passi, ma appaiono già ricchi di speranza e di promesse per il futuro. Il carattere tipico dello scienziato è essere uomo di pace il cui sogno più caro è quello di mettere a disposizione il suo sapere per arricchire l’umanità.  Mi sembra perciò giusto che gli scienziati abbiano preso coscienza del loro operare, altrimenti bisognerà riconoscere che l’istinto animale prescientifico ha in sé più intelligenza di quanto ne abbia la scienza.

martedì 5 agosto 2014

I PENDOLARI



A Milano come a Parigi, a Londra come a New York, ogni mattina, fra le 6:30 e le 8:00, accolgono migliaia di lavoratori o studenti provenienti da ogni latitudine della provincia, e ogni sera fra le 18:00 e le 19:00 li vedi ripartire. I più lontani lasciano le loro case quando il sole ancora non è sorto e vi ritornano che è sera inoltrata.

 Ci sono poi, quelli, che si fermano in città fino a tarda sera per frequentare palestre o centri commerciali. I più fortunati arrivano con un proprio mezzo di trasporto, a due o quattro ruote, mentre i meno fortunati si accalcano nei treni e negli autobus. Apparentemente disinvolti, sorridenti e, a volte, chiassosi i più giovani,  mentre seri, taciturni e spesso imbronciati i più anziani. 

I pendolari non hanno etnie e ne sesso, appartengono a ogni stato sociale,  hanno un proprio credo politico e religioso e hanno un forte senso di appartenenza al branco. Non so chi per prima li ha chiamati pendolari, ma trovo appropriato il nome. Vanno e vengono,  dal lunedì al sabato, per lo stesso percorso, con meccanica rassegnazione, proprio come il pendolo, che meccanicamente compie e ripete sempre la stessa oscillazione.

Il pendolare e un uomo pragmatico, è lui che ha inventato l’abbigliamento a cipolla, e sempre lui che in occasioni di scioperi o ritardi nella borsa ha sempre tutto l’occorrente per la sopravvivenza.

Pendolari, fenomeno  della nostra era, comune a tutte le metropoli, in grado di offrire lavoro anche a chi  viene da lontano, ma non alloggi, perché troppo cari. Una cosa è certa però,  ogni frazione di tempo che fosse possibile sottrarre alla fatica dei pendolari assumerebbe un rilevante valore umano. 



sabato 2 agosto 2014

“”I RIFUGIATI”” UN ESODO CHE SI RIPETE DA MILLENNI



Dove abitano Giuseppe e Maria? Verso quale Egitto sono in cammino per sfuggire alla persecuzione di Erode? E quanti Erode si nascondo oggi dietro la faccia multiforme del potere?
Proviamo a guardali in faccia e a chiamarli per nome: la violenza, l’intolleranza, il razzismo, le dittature. E i loro figli naturali: la miseria, l’ingiustizia, la fame. Il mondo intero  è popolato di Giuseppe e Maria in fuga con i loro figli in braccio verso nuove frontiere di libertà e di vita.

Le vicende, spesso terribili, dei profughi d’oggi si ricollegano a quella vicenda lontana, eppure così attuale. Costituiscono una moltitudine imponete di milioni di individui, sparsi per tutti i continenti e legati dallo stesso destino, e alla ricerca di una nuova identità e di una nuova patria. Vivono in tende e campi di raccolta ai margini dei grandi teatri della violenza, e attendono dal cielo, come un segno del destino, l’aereo che li trasferirà verso terre ancora sconosciute, mentre le radici originarie e il ricordo della comune genesi resteranno come segno di una storia di sofferenza e di ingiustizie.


A duemila anni da quel primo esodo sulla via dell’Egitto, il racconto biblico diventa quasi un simbolo di un destino dell’umanità che non si rassegna alle sopraffazioni del potere e cerca ad ogni prezzo la via della libertà e della salvezza.  La storia stessa del mondo, se riflettiamo un attimo, è segnata dalla lotta eterna fra il potere e il debole, tra sopraffazioni e persecuzioni, tra chi opprime e chi fugge. 



i dati sono stati presi dal rapporto dell'UNHCR