mercoledì 19 giugno 2013

QUANDO MIA FIGLIA MI SCRIVE ... IO ....


…. Ritrovarsi a leggere quello che tua figlia ti scrive ti porta a riflettere e a immaginare cosa realmente sia il futuro.

Non posso negare che quello che ho ritrovato, nel leggere quelle sue parole scritte con tanto amore e ingenuità, è stata una forte emozione, che ormai non provavo da tantissimo tempo.

Sfido chiunque a leggere i messaggi dei propri figli, e a non emozionarsi, e non riflettere a quando un bambino sia molto più sensibile di un adulto, che ormai e circondato solo da austeri scetticismi.




lunedì 17 giugno 2013

IL MIO E' PROPRIO UN BEL QUARTIERE ....








Vivo a Dosolo, in un paesino tranquillo, forse troppo tranquillo 

della bassa padania, da ormai 13 anni.

Il  quartiere dove vivo e semplicemente fantastico,  ci conosciamo

 tutti e tra di noi c'è il massimo rispetto, e naturalmente ogni 

occasione è buona per stare in compagnia, ogni momento e 

l'ideale per fare festa, vedi le maialata, la festa di inizio e fine 

estate , la castagnata, la chiusura del mese mariano ... e ... 

naturalmente tutti i vari compleanni festeggiati nel 

solito luogo di ritrovo, vicino alla Madonnina. 



Ci si organizza con poco, la formula è semplice 10€ a persona per 

acquistare le cibarie e poi ognuno porta qualcosa e alla fine ti 

ritrovi a tavola a mangiare e  ridere fino a sera. 

si posso dirlo forte "il mio è proprio   un bel quartiere" , se non 

altro perché è frequentato da bella gente !  


  
Queste sono alcune foto dell'ultima performance di domenica 

16 giugno 2013:


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venerdì 14 giugno 2013

IO QUARANTENNE E INTOLLERANTE ALLE START UP

Io questa cosa che adesso vanno di moda solo le start up dei giovani non la mando tanto giù, che c’è un gran parlare di start up, che c’è un gran finanziare di start up, ma tutti quelli che ci stanno dentro devono avere meno di un tot anni e quel tot anni di solito è meno di 35.

Oggi leggendo un articolo mi è tornato in mente  questa cosa qui, perché insomma, anche noi che siamo nati in quegli anni là, in cui la rivoluzione era possibile, ma era possibile anche l’opulenza degli anni 80, i baby pensionati e le case al mare di famiglia e le vacanze di 3 mesi e le gite rimborsate dall’azienda e i liceali che diventano i dirigenti del domani e gli ingegneri che li assumono prima della Laurea, allora anche noi, che non siamo più giovani ma manco stanchi della vita, nel pieno dei nostri anni, potremmo averla quella voglia lì, di trasformare un’idea in una start up.

Che sono assolutamente d’accordo che bisogna fare largo ai giovani e che la generazione di chi ha 25 anni oggi, in Italia, è particolarmente scalognata in termini di lavoro, ma anche noi che ne abbiamo 40, di anni, non è che poi ce la siamo passata bene, sempre sulla punta del baratro, cresciuti in un mondo vecchio, mentre il nuovo già si faceva avanti e noi nemmeno ad accorgercene.
Siamo la generazione di quelli che sembrava dovessero rimanere giovani per sempre, ad  un tratto ci siamo trovati in un mondo dove tutte quelle robe che ci raccontavano, non si sono mica tanto avverate.
Ricordo una prof di matematica che sembrava Renato Zero, alla fine degli anni 90, dire che noi sicuramente saremmo stati i dirigenti del domani, con una preparazione così, se entro 2 anni non avessimo guadagnato almeno 4mila euro, ecco avremmo potuto considerarci dei falliti. Era il 2002.
Noi ci siamo trovati schiacciati dai vecchi che non se ne volevano andare, e pensare che tanto di tempo ce n’era, che tanto noi eravamo dei privilegiati, che il posto fisso prima di tutto (ma tanto ce n’era per tutti) e alla fine in pochi abbiamo davvero tirato fuori la voglia di osare. Altri hanno aspettato fin quando si poteva e poi ad un dato momento si sono accorti che ormai erano vecchi per il posto fisso.
Quelli che sono stati un po’ più lucidi, magari ci hanno anche provato a mettere su delle aziende, ma tutto un po’ dopo, tutto un po’ meno urgente, che quando sei una generazione che ha dietro i privilegi dei tuoi genitori e davanti il baratro, non è mica semplice accorgersi subito che il tempo stringe per tutti.
E allora ecco, ci sono un sacco di 40 enni che le start up le vorrebbero fare adesso, adesso  sembra sia diventata una moda, sembra sia un sinonimo di giovane, mentre non sta scritto da nessuna parte che uno debba pensare a nuove idee solo perché è giovane.
Poi oh, anche se siamo dei quarantenni, di energie ce ne sono ancora da spendere, di cose da dare ne abbiamo ancora. Noi quando avevamo 25 anni, la parola Start Up ci faceva venire in  mente solo il dado da brodo e adesso che di anni ne abbiamo 40, non vedo perché tagliarci fuori da finanziamenti e sgravi.
Che poi soprattutto le donne, a 40 anni magari cominciano ad avere figli più grandi e allora viene proprio la voglia di dire ecco il mondo del lavoro, quel mondo del posto fisso e del dirigente del domani mica mi rappresenta, però io delle idee ce le ho ancora, non sono ancora da mettere in naftalina. Ho anche abbastanza saggezza, che a 40 anni quasi tutti (io su di me ho spesso dei dubbi) siamo più saggi e magari è la volta buona che ci riesco davvero ad avviare una start up!.


lunedì 3 giugno 2013

UN ALTRO ANNO DI SUCCESSO AL TEATRO SOCIALE DI VILLASTRADA

SI CHIUDE UNA STAGIONE DI NUOVI SUCCESSI.
CRESCONO PUBBLICO, SPETTACOLI, EVENTI.


Si è conclusa da poco più di un mese la stagione teatrale al teatro Sociale di Villastrada  confermandosi  fabbrica di cultura. I numeri hanno premiato le scelte.  Il risultato di un lavoro sinergico svolto sia sulla condivisione delle scelte artistiche che sul piano delle strategie di comunicazione. Il successo e l’attenzione che hanno suscitato i singoli spettacoli e il consenso degli spettatori sono il miglior incoraggiamento a proseguire su questa strada e ad intraprendere e lanciare nuove sfide.

 Il pensiero va sicuramente al rag. Gozzi Lauro, che in questo anno è venuto a mancare, il quale fin dagli anni 90 aveva creduto nel progetto di rivalutazione del teatro, impegnandosi in prima persona a riportare ai vecchi splendori “il diamante al dito del condadino”(così la gazzetta di Mantova definiva il teatro nel lontano 1910).


LA STORIA:
Nel 1910, ad opera di 30 soci, venne costruito il (condominio) Teatro Sociale di Villastrada composto da platea, 32 palchi, il loggione.

Il 27 aprile venne inaugurato con il Barbiere di Siviglia di Rossini e da allora funzionò fino dopo la seconda guerra mondiale: opere, operette, commedie, balletti, prosa, etc venivano 

rappresentate a favore di un bacino di circa 15-20.000 persone.
Recitarono in questo teatro Gino Cervi e Delia Scala (sfollata a Villastrada).
Dal 1950 al 1963 venne adibito a cinema e poi chiuso completamente in quanto non vi fu la disponibilità dei condomini di affrontare le spese necessarie alla messa in sicurezza del luogo.
Da allora iniziò il deterioramento del fabbricato che era stato spogliato di ogni arredo, attrezzatura, mobili, impianti, etc.
Solo nel 1993, su sollecitazione del M° Pietro Anselmi, si iniziò da parte di un comitato cittadino a ricostruire l’elenco degli aventi diritto, con individuazione degli eredi nel frattempo succedutosi “ a grappolo”, sparsi in tutto il mondo.
Dal punto di vista architettonico il teatro presenta un elegante prospetto: sei colonne dai capitelli in stile composito sostengono una trabeazione che esibisce in bassorilievo maschere e fregi ornamentali.
Al culmine del frontone, in posizione centrale, è la statua di Tersicore; ai lati strumenti musicali e quattro fiaccole a simboleggiare le Arti. Sul frontone corre la scritta “MENS ET COR ARS ET LABOR”.
L’originalità e la peculiarità di questo edificio sta inoltre nel fatto che esso è stato esemplato e progettato dall’architetto milanese Luigi Canonica tra il 1818 e il 1822, che realizzò una tra le sale per spettacoli più eleganti tra quelle che la civiltà neoclassica andava creando in Italia.
Per tale motivo, oltre che per la rilevanza intrinseca del manufatto e per l’importanza da esso rivestita nella storia della cultura teatrale e musicale sia pure in ambito provinciale, l’edificio è meritevole di tutela e di salvaguardia per cui, a cura dell’Associazione Teatro Sociale di Villastrada, giuridicamente riconosciuta dalla Regione Lombardia, è stato restaurato per adibirlo alla sua originaria funzionalità.
Nel 1996 fu iniziata la procedura per l’esproprio dei pacchetti a favore dell’Associazione Teatro Sociale che l’allora Ministro Walter Veltroni autorizzò dando incarico alla Prefettura di Mantova di perfezionare la procedura.
La Banca Agricola Mantovana, l’Amministrazione Provinciale di Mantova, il Comune di Pomponesco furono i primi ad elargire i contributi che consentirono la messa in sicurezza del tetto, impedendo il crollo dell’edificio.
Il Vice Presidente dell’Associazione M° Pietro Anselmi ha disposto un lascito testamentario a favore dell’Associazione che, fruendo dei Fondi FESR- PIA, ha consentito il restauro dell’edificio attraverso la determinata opera della Ditta Geom Brognoli Giancarlo sotto la validissima e professionale Direzione tecnica degli Arch. Cristofoletti Franco e Ghisolfi Fausto da Cremona...

... Riportando nel 2011,dopo 46 anni, il teatro al suo iniziale splendore ….

Chiunque volesse informazioni per la prossima stagione teatrale potrà richiederle ai seguenti indirizzi: