martedì 31 dicembre 2013

MOMENTI DI BILANCI

L'ARRIVO DELLE FESTIVITA' NATALIZIE  CI HA AVVICINATO AL PERIODO IN CUI VENGONO FATTE 
STIME DELL'ANNO CHE STA PER CONCLUDERSI.






Ed ecco, siamo giunti al termine del 2013, manca d'avvero poco, e ci prepariamo ad affrontare il 2014, questi sono stati  giorni di festa che però non ci hanno fatto dimenticare i pensieri e le riflessioni su quanto sta accadendo nel nostro vivere quotidiano, soprattutto in tema di lavoro ed occupazione,  che purtroppo  ci accompagnerà ancora per mesi.

aver attuato una politica di austerità dicono abbia salvato il paese dalla bancarotta, ma non possiamo non vedere l'aumento della disoccupazione, la povertà e le labili prospettive di vita e di lavoro per le giovani generazioni. 

Non dobbiamo arrenderci di fronte alla durezza della realtà, auguri a tutti e che assieme alle vostre famiglie ritroviate un pò di serenità e che permetta di affrontare le prossime sfide con un rinnovato ottimismo che in un periodo come questo non dovrebbe mancare.

FELICE 2014 A TUTTI

lunedì 30 dicembre 2013

I BOTTI? IO DICO DI NO!


OGNI ANNO FERITI, AMPUTAZIONI E DRAMMI, I NOSTRI AMICI ANIMALI SOFFRONO TANTO E PIU’DI NOI, E SI SPAVENTANO.  OLTRE AI SOLDI BUTTATI VIA, E TUTTO PER UNA TRADIZIONE CHE E’ ORA DI ABBANDONARE.


 Un no senza se e senza ma, senza fraintendimenti, dimenticatevi dei fuochi, costano, sono inutili e dannosi e servono a far sentire importanti gli inutili che popolano il mondo. Soffrono gli anziani, i bambini piccoli e gli animali. Pensateci quando, con l’approssimarsi dell’ultimo dell’anno, andrete a comprarli (perché qualcuno ancora c’è che continuerà a farlo).

Ogni fuoco che sparate è un potenziale mezzo atto a farvi e a fare del male, è come se vi metteste davanti a una pistola carica con un sol colpo in canna, sette possono andare a vuoto, ma c’è sempre un colpo che può far male d’avvero.  Oltre a questo, se non vi frega niente della vostra vita, pesate almeno a quelle delle persone che vi stanno vicino e degli animali che popolano le nostre e le vostre case, non capiscono che il vero cretino –sempre e comunque- è l’uomo- che non trova niente di meglio da fare.

Per cui bevete,  ma con moderazione e non mettetevi alla guida, fate l’amore o andate a ballare, ma fatelo senza fuochi, dimostrate almeno una volta che l’uomo non è il più stupido degli animali sulla terra ….


Se poi non potrete farne a meno coinvolgete le amministrazioni  del vostro comune, organizzate una colletta e ingaggiate dei professionisti, il risultato sarà certamente più appariscente…..

domenica 29 dicembre 2013

GLI SCACCHI METAFORA DELLA VITA

Si sente spesso dire che gli scacchi sono una metafora della vita, che l’evolversi della partita possa in qualche modo essere assimilata allo scorrere del tempo in quella che è una esistenza umana, con tutto ciò che essa comporta.


Ogni scacchista che possa essere così definito, sa che in ogni  fase della partita, è importante la capacità di fare giuste scelte, di riuscire ad attuare un piano corretto e originale, di prevedere e anticipare le mosse dell’avversario.
C’è chi viene mattato in poche mosse, c’è chi sta giocando un ottima partita ma giunge l’arbitro/destino a bloccare l’orologio, c’è chi giunge alla fine e dopo tanta fatica, dopo tanto sacrificio può assaporare una vittoria.

Vittoria? E no, il destino non ci sta a farsi battere,  ma non gli importa nemmeno di vincere, non gliene frega niente dell’elo.

Continua imperterrito a giocare con altri avversari, un po’ come se fosse in simultanea, ci stringe la mano e mette a posto i pezzi,  solo i più fortunati avranno la fortuna di poter dire di aver disputato una buona partita, di aver vissuto una vita dignitosa ed è proprio questa, adesso che ci penso,  la differenza tra scacchi e vita: 
.... solo buone partite,  niente vittorie

venerdì 27 dicembre 2013

LA TUA NATURA E' PIU' ROMANTICA O SENSUALE?

La tua natura è più romantica o sensuale?

tra le sfaccettature dell'amore ve ne sono alcune che alimentano la componente passionale, attingendo a sorgenti distinte: il sentimento e la sensualità.



quali di questi elementi  tende a prevalere in te? la tua natura è più romantica o carnale?

martedì 24 dicembre 2013

LA LEGGEREZZA HA UN PESO FONDAMENTALE

PENSIERI COME MACIGNI, CROCI DA PORTARE .... SI RICORRE SEMPRE A IMMAGINI DI PESANTEZZA QUANDO SI VUOLE ESPRIMERE UN DOLORE O UNA PREOCCUPAZIONE. E SE PARLIAMO DI LEGGEREZZA?




In realtà, leggerezza è una parola a cui non tutti attribuiscono lo stesso significato: in passato è stato a lungo considerata sinonimo di superficialità o, peggio, frivolezza, anche oggi c'è chi  la pensa così.
A tutti è capitato di sentir dire "io prendo la vita con leggerezza, non mi perdo in tanti pensieri e non mi faccio problemi". come se togliere di mezzo il pensiero fosse una garanzia per vivere la vita più serenamente.

La questione è più complessa, vivere con leggerezza non significa eliminare le riflessioni, essere freddi e indifferenti, non avere la capacità di dare un valore alle cose o di assumersi delle responsabilità. Al contrario, avere un approccio più lieve alla vita vuol dire saper affrontare ogni situazione con un atteggiamento equilibrato e di calma interiore, in modo che gli eventi negativi e i problemi (che comunque arrivano per tutti), non travolgono e destabilizzano nel profondo, "riuscire ad essere in volo con i piedi ben saldi a terra.

Se si rimurgina troppo su episodi sgradevoli, ci si carica di emozioni e sentimenti bui, come il rancore, la delusione, l'ansia, la gelosia, e la rabbia. Così facendo si rischia davvero di rinforzare la negatività, entrando in un circolo vizioso che avvelena la vita.

Si può imparare ad avere un approccio più leggero nei confronti della vita? Ognuno di noi vive in un determinato contesto e ha la sua personalità, ma capire che un pò di levità serve a non farsi ingabbiare dall'angoscia, e può dare una spinta iniziale. 

Può sembrare banale, eppure non lo è, perchè spesso non lo si fa. Intrappolati come siamo nel passato e spaventati  dal futuro, e invece meravigliarsi davanti a un tramonto, gioire di un gesto d'amicizia o d'amore, preparare un dolce, condividere una colazione sono le piccole cose che danno senso alla vita, e sono anche le uniche cose certe. Quelle che ognuno può imparare ad apprezzare nella sua quotidianità. 




lunedì 23 dicembre 2013

CHE NATALE SARA'?

I preparativi per accogliere il Santo Natale sono ormai quasi terminati, ma una domanda viene da porsi:




che natale sarà, per i poveri senzatetto che dormono su gelide panchine o sotto i ponti? 

che natale sarà, per coloro che si ritrovano costretti a chiedere un pasto caldo alla caritas? 
che natale sarà, per quegli anziani in difficoltà che rimandano i controlli medici, perchè impossibilitati a pagare il tiket? 
che natale sarà, per tutti coloro che hanno il cuore affranto dal dolore perchè hanno perso una persona cara?
 che valore può avere una luminaria che brilla illuminando un arco o un abete, se sono i cuori a non brillare più?

CHE NATALE SARA'?


 un natale che nonostante tutto nel bene e nel male trascorrerà come di consueto.. Quindi proviamo a rendere questo Natale diverso, perchè siamo noi a volerlo così, sottraendoci ad ogni logica di mercato per scegliere qualcosa che valore commerciale non ha: la gioia di ritornare a sentirsi bambini. Proviamo a stupirci per un regalo inaspettato, fermiamoci ad ascoltare la dolce melodia delle zampogne venute da lontano, riscaldiamo i nostri cuori con il dolce tepore di un gesto sincero, riscopriamo, semplicemente, la magia di una festa che non tramonta e non tramonterà mai.

DIECI POSTI PER LA MEMORIA


Gioia, tristezza, paura. Molte volte si associano a siti specifici o il nostro tempo libero. Chi non ricorda una spiaggia paradisiaca?  come un incentivo a distruggere o creare un'immagine distorta che eventualmente accompagni il resto dei tuoi giorni.




Ordine inverso, dal più basso al più alto:

10 -. ALHAMBRA ( Spagna). Una fortezza che sembra uscito da una fiaba. Bella culmine dell'arte andalusa e il vecchio regno arabo. 

9 -. Plaça Sant Felip Neri DE BARCELONA (Spagna). Un angolo di potere. Uno spazio dove i muri in pietra sembrano sussurrare nel tuo orecchio un senso di tranquillità strano, sembra di galleggiare in aria (per non parlare che si trattava di un cimitero in epoca medievale). 

. 8 - La città murata di Dubrovnik . (Croazia) alla moda di nuovo grazie a Game of Thrones ,  meraviglia medievale, la perla dell'Adriatico. Emozionante.

7 -. Bastione DE SAINT-REMY Y CAGLIARI (Sardegna). Il bastione stesso, ricorda la dominazione francese. La sua posizione privilegiata, in cima alla mia città di adozione, dà una sensazione di  benessere e domina  sui tetti di grandi edifici. Cagliari significa passeggiate e quartiere Marina e Zio Franco e Castello e il Poetto troppa malinconia.

. 6 -. Burg Eltz Elzbach Affiancato dal fiume, un affluente della Mosella, questo vicino Coblenza (Renania-Palatinato, Germania) il castello è stoto come una rivelazione per me. 

5 -.. SCALA DEI TURCHI  a sud di Agrigento (Sicilia, Italia). Il suo muro di gesso bianco conferisce un tocco esotico a questo meraviglioso, posto unico. Beach speciale, lo spazio onirico di pace e di sbarchi.

4 -. Piazza dell'Anfiteatro di Lucca  e Toscana (Italia). Un altro posto con una forza magica. Costruito sui resti del teatro del II secolo dC, la sua forma ovale sul modo caratteristico e distintivo.  A proposito di Toscana, l’ adoro,  Firenze il  Duomo ed i suoi borghi rinascimentali arroccato sulle colline attraversate da strade.

3 -. AGRIPPA PANTHEON  E ROMA (Italia).  La città in sé è un intero museo. Per quanto riguarda Pantheon. Mi ricordo che ero in grado di assentarmi mentalmente  e godere della bellezza del tempio in tutta la sua gloria.

2 -. Vigelandsparken (Vigeland Park, Oslo, Norvegia). Il più bel parco pubblico che abbia mai visto. Circondato da statue che ricordano la razza umana in tutti i suoi aspetti, è coronata da un monolite fatto di corpi intrecciati.

1 -. MACHU PICCHU  E LINEE Nazca (Perù) . s 'montagna vecchia. Grande Inca e i loro nascosti segreti. Anche se mille volte ho visto le immagini in TV, il piacere di essere lì era indescrivibile


... Tanti luoghi indimenticabili e senza tempo, così come per tutti quei momenti intensi che nessuno potrà mai portare via. Cosa ne pensate? Volete fare la vostra lista con i vostri luoghi magici?



domenica 22 dicembre 2013

VECCHI EROI ... E ... NUOVI EROI





Perché eravamo sempre eroi in un mondo pieno
Di draghi e giganti.
Perché abbiamo sempre voluto andare a combattere gli agenti
che in futuro noi stessi siamo diventati.

Per tutti gli eroi, tutti ignari di cuore
Ordinare da qui per continuare a combattere
la realtà da un altro angolo!

COSA E' IL BELLO?



I grandi artisti riescono a parlare a tutti perché sanno attingere ad emozioni profonde, a cogliere quanto c’è di bello, e a metterlo a disposizione di tutti per accrescere l'esperienza umana.
- Ma cosa è il bello? E’ legato alla realtà o alla mente? E’ il riflesso dell’armonia delle cose!! Oppure è una libera creazione dell’intelletto umano, uno schema mentale al di là di ogni limite oggettivo!!

mercoledì 18 dicembre 2013

VIVERE LO SHALÒM





Shalòm o “pace” è la più alta aspirazione per il mondo in cui viviamo. È un valore posto al di sopra di tutti gli altri.

Shalom è un valore che permea ogni livello dell’esistenza. Non soltanto le nazioni ma i gruppi di ogni tipo devono imparare a vivere in shalom, l’uno con l’altro. Le differenze sociali, etniche e religiose esisteranno sempre, il nostro compito è quello di imparare a vivere in shalom con gli altri.
Shalom è anche un valore nell’individuo. Nel nostro mondo così complesso siamo troppo lacerati tra ideali, valori, sogni e aspirazioni, in conflitto fra loro.

lunedì 16 dicembre 2013

PREFERISCI LA LENTEZZA O LA VELOCITA'?




Lentezza o velocità?  due modi di essere e di vivere molto diversi tra loro, addirittura opposti.
La velocità fa parte della nostra vita di tutti i giorni. Ci si deve spostare sempre da un luogo all’altro, correre in bici, correre in macchina, un continuo elogio della velocità.
La nostra società in effetti vive a 3mila all’ora e molto spesso ha necessità d’imporsi uno stop, per riprendersi il suo tempo, per stare senza far niente senza farsi prendere dall’ansia, godendosi il tempo che passa senza apprensione.
 Voi riuscite a dedicarvi degli spazi di questo tipo? O la lentezza non fa per voi?

sabato 14 dicembre 2013

UNA STORIA A LIETO FINE


Cane Salvato Dai vigili Dalle Acque del Po


Reggionline | Ultime notizie da Reggio Emilia - Cane salvato dai vigili dalle acque del Po

DISCUSSIONI SEMISERIE






Anche stamattina, e come ogni sabato sono andato al  bar di un mio amico e abbiamo innescato una conversazione molto interessante, a parte le osservazioni, e il ragionamento più elementare che possa esistere.


 “dormo quindi mi sveglio, ho dormito quindi credo, penso quindi dormo…. “,

 Dopo di che abbiamo avuto una discussione semi-scientifico filosofico sul fatto che il sonno è un elemento singolarmente numerabile. 

DITE CHE SIAMO PERICOLOSI???

LA "SAGGEZZA" E DEI NONNI


"ogni lasciata e persa" ... solo oggi posso dirlo avevi ragione

La vita e' fatta di momenti...occasioni...di sfide...di scelte...che ogni giorno ci mettono alla prova, ma che ci insegnano anche a capire il vero valore di ogni singola e piccola cosa...di ogni singolo attimo che viviamo...



... questo è quanto la mia vecchia e cara bisnonna mi ripeteva come un registratore ogni volta che mi dava la mancia ..... e aggiungeva alla fine: "mi raccomando non lascriar scappare via niente ... raccogli tutte le esperienze  che ti si presentano .... possono sempre tornare utile" .... 

SOLO OGGI POSSO AFFERMARE CHE AVEVA RAGIONE!!!


venerdì 13 dicembre 2013

DUBBI NON HO










In tutta sincerità, chi di noi non ha mai avuto dubbi ? Quanti di noi, pur portando avanti il proprio pensiero, credo, magari vivendo in modo onesto e coerente (anche tra le mille difficoltà della vita) … non si è mai posto delle domande?

Quante volte si cercano segni visibili alla vista …o segni da toccare con mano e si tralasciano quelli del cuore, quei segni che si “vedono” anche ad occhi chiusi?


Quante volte avvertiamo quel senso di disorientamento, pesantezza provocata “anche” da noi stessi e il cuore agitato?


Non avere “mai” dubbi è tipico solo di chi si fida e si affida in modo totale, ma in modo convinto non a senso unico alternato, al proprio istinto, o quando tutto procede bene.


Bisognerebbe rivivere quella sensazione che abbiamo avuto da bambini, di sapere che qualcuno più grande di me era lì’ …avevo la certezza che non mi avrebbe mai lasciato cadere, quella certezza che arrivava dai miei genitori sempre lì pronti eventualmente anche a rialzarmi dopo ogni caduta, ad abbracciarmi con Amore … Ecco, la sensazione dovrebbe essere la stessa…


L’odio che si respira , la costante violenza, le ingiustizie … subbiamo costantemente tantissime sfide, ovviamente non per tutti, ma penso che tanti come me possano ritrovarsi in questi pensieri.


Ogni volta che viviamo una forte emozione, ritrovare negli occhi dell’altra persona tutto quello che aspettavi da sempre,  quando basta uno sguardo, una parola, per percepire sentimenti nuovi, incontri che cambiano la vita. E’ da queste sensazioni che bisognerebbe ripartire sempre.. e ... custodirle dentro di noi con profonda delicatezza …


... Amiamo con tutta la nostra forza e dentro il nostro cuore ci sarà sempre una porzione di cielo; se non proveremo commozione vera nel cuore …difficilmente riusciremo ad aprire davvero i nostri occhi..e cammineremo sempre a testa bassa!

C’è tanta differenza tra “vedere” e “credere” …

mercoledì 11 dicembre 2013

PUBBLICO PER SOLIDARIETA'


VANDALI DISTRUGGONO IL RIPARO PER LE CROCCHE NELLA PICCOLA COMUNITA' RANDAGIA CHE TRE RAGAZZI SEGUONO CON PASSIONE.



ho deciso di riportare questo articolo letto su un giornale locale, per far capire quanto sia grande la stupidità umana:

 tre ragazzi avevano chiesto l'autorizzazione al sindaco per quel piccolo manufatto, che proteggesse le ciotole del cibo e dell'acqua dalle intemperie dell'inverno, avevano registrato all'anagrafe felina tutti i randagi presenti in quella comunità, facendoli sterilizzare, e tutti i giorni portavano acqua e cibo per quei gatti.

un lavoro lungo e meticoloso per poter conquistare la fiducia, e soprattutto dispendio di tempo e denaro. i ragazzi avevano fatto le cose in grande, rispettando tutte le norme vigenti.

qualche giorno fà, però, l'amara sorpresa, qualche imbecille, perchè solo così può essere definito, si è preso la briga di spostare il manufatto e non soddisfatto ha deciso di demolirlo. 

la foto è più che eloquente.



COMPLEANNO .. OCCASIONE PER RIFLETTERE

Ogni compleanno è un occasione per fermarsi e riflettere, chi sono, da dove sono venuto e dove andrò domani. 

anche questa volta mi chiedono se qualcosa è cambiata nella mia vita, in questa fascia posso rispondere di si. 
Si, mi sento diverso, magari non nell’aspetto, ma sicuramente nella percezione della realtà. Posso dire che mi ritrovo nella fase dell’essere uomo!
 
Il difficile inizia adesso, che tipo di uomo sono diventato, sarò  capace di lasciare il segno, è il momento delle decisioni. Il tempo passa, ma non è un male, non ho paura di ricordare i miei anni, non ho paura di invecchiare, non ho paura di non esserci più, anzi.

Penso che essere uomini significhi coltivare se stessi giornalmente, come un buon albero, alimentato dalla curiosità e dalla ricerca dell'amore, non solo da quello “egoistico” per se stessi. Siccome madre natura ormai ha definito il tronco, a noi resta la capacità di estendere i nostri rami, consolidare le radici e perché no, un giorno dare i nostri frutti. La bellezza e la robustezza di questo albero è ormai nelle nostre mani.

un albero “picchiato” dal sole, sotto il quale in molti troveranno sollievo, dove saranno in grado di riposare e dormire sonni tranquilli, dove potranno trovare un luogo adatto per meditare, condividere, sentirsi sicuri. Sotto il quale potrò coltivare i miei frutti, e godere della loro freschezza, sotto il quale si respiri aria di libertà.


lunedì 9 dicembre 2013

DESERTI IN MEZZO AL MARE


NE’ SET FOTOGRAFICI, NE’ SCENARI POST BELLICI, MA EX CARECERI, MINIERE O LOCALITA’ COSI’ IMPERVIE DA ESSERE ABBITATE, SE VA BENE, SOLTANTO DA CAPRE. IL MEDITERRANEO E’ RICCO DI ISOLE COMPLETAMENTE ABBANDONATE.



Definite le perle del Mediterraneo. Isole quasi disabitate, dove la natura è intatta e le spiagge solitarie. Raggiungerle significa approdare in un mondo lontano dove gli unici rumori sono quelli del mare e del vento. A volte sono facilmente raggiungibili, come nel caso delle isole della Dalmazia, a volte più distanti e isolate come la turca Tersane. Da quelle trasformate in riserva naturale, a quelle private, dalle ex colonie penali come Pianosa, Asinara, Gyaros e  Makronisos, alle zone militari, passando per quelle d'interesse industriale. 

Ma al di là di quel che sono state, di quel che hanno rappresentato, e rappresentano, le isole costituiscono un patrimonio. Da mettere all’asta, per far cassa. In affitto o in vendita.  Su quegli angoli di paradiso, frequentemente luoghi naturali incontaminati,  si concentrano interessi, per così dire “pratici”.

Così accade   in Grecia. Dove la vendita delle 227 isole disabitate è uno degli escamotage per migliorare la posizione debitoria nei confronti dei creditori internazionali. Ovviamente non per realizzarvi delle oasi naturali. L’idea quella di costruirvi residenze per danarosi vip. 

Le isole continuano a rimanere spazi che seppure nelle evidenti differenze che li contraddistinguono sembrano accomunati da una certa “estraneità”. Da un’idea di territorio oscillante tra utilizzo e sfruttamento. Da politiche che, al di là dagli indirizzi seguiti dai vari stati, vedono in contrapposizione un’urbanistica dissennata e un ambientalismo cieco. Da un lato la commercializzazione immobiliare delle isole private offerte in vendita, e  forniti spesso di approdo per jacht, ville con piscina, eliporti. Dall’altro luoghi “fermi” nei quali la Natura non sembra voler lasciare spazio all’Uomo. Gli scheletri delle palazzine di Gunkanjima, come i penitenziari di Pianosa e Gyaros sono i resti dell’antropizzazione del passato di alcuni di quei luoghi. Per molti dei quali esiste, invece, “soltanto” la Natura.

In un ecosistema in equilibrio anche le isole dovrebbe avere un posto. Esito di una programmazione non soltanto territoriale ma anche culturale. Che a quanto sembra ancora non c’è quasi mai.

venerdì 6 dicembre 2013

LE RADICI DELL'AMORE

 

"L'amore è una pazzia temporanea, erutta come un vulcano e

 poi si placa". E quando accade, bisogna prendere una 

decisione.

Devi capire se le vostre radici si sono intrecciate al punto da 

rendere inconcepibile una separazione. Perché questo è 

l'amore.


Non è l'ardore, l'eccitazione, le imperiture promesse d'eterna 

passione, il desiderio di accoppiarsi in ogni minuto del 

giorno. Non è restare svegli la notte.


 Questo è semplicemente essere innamorati, una cosa che sa 

fare qualunque sciocco.


L'amore è ciò che resta quando l'innamoramento si è 

bruciato; ed è  un'ARTE,




dal film "Il mandolino del capitano Corelli" di John Madden 

giovedì 5 dicembre 2013

LA CASSETTA DELLE LETTERE



fin da quando ero ragazzo, c’è una cosa che mi disturba più di ogni altra cosa,  e vedo con la malinconia di un bambino, la cassetta delle lettere, con la speranza e il desiderio di ricevere una lettera, non dico tante ma una lettera scritta  a mano, imbustata pure male, ma con un contenuto che abbia un valore umano, uno qualsiasi dei tanti che formano l'uomo!

Ho cambiato diverse volte dimora, negli anni, ma questa purtroppo è sempre stata una costante, le lettere mi hanno sempre seguito, sempre, mai quelle che vorrei.

Vedo solo bollette, segnalazioni, comupter che cercano di parlarmi senza sapere niente di me, avvocati che firmano in calce cose che non hanno scritto e nemmeno conoscono, computer che mi propongono servizi che altri computer offrono, pubbblicità che a volte mi vuole segnalare cose nuove a volte ingannare nella solita maniera.

Mi manca vedere una lettera scritta ancora con il piacere di condividere un sentimento, un desiderio, un augurio. Mi manca la classica lettera che inzia con "carissimo",  una lettera che contenga al suo interno un messaggio vivo.

Ormai stiamo perdendo il gusto di condividere, e ci stiamo dimenticando il valore delle parole, non solo quelle dette ma anche quelle scritte.

I RITI ANTICHI CHE CELEBRANO LA NATURA


SEMBRA LO SCHERZO DI UN CARNEVALE ANTICIPATO E INVECE IN MOLTE PARTI DEL MONDO C’E’ GENTE CHE SI TRAVESTE SUL SERIO IN CAPRONE, ORSO SPAVENTAPASSERI O IN UNA TERRIFICANTE CREATURA DEI BOSCHI, UN RITO ANTICO CHE CELEBRA I CICLI DELLA NATURA.





fenomeno frequente, riscontrabile pressoché in tutte le culture umane. Tuttavia la maschera sembra rinviare soprattutto a una dimensione lontana e arcaica, a popoli 'selvaggi' e alla loro misteriosa spiritualità.    Questo contesto culturale  varia naturalmente da una società all'altra. Il significato di una maschera è quindi strettamente vincolato ai valori culturali  della società.  
Nella cultura tradizionale di molti popoli  la comparsa di maschere e costumi cerimoniali contrassegna momenti sociali di grande rilevanza, occasioni collettive di festa e di celebrazione. In genere ciò avviene secondo un ciclo regolare che segue il susseguirsi delle stagioni e dei ritmi ecologici. si esprime attraverso la danza, la musica, le azioni dei personaggi che le si muovono intorno.

  Queste immagini rappresentano antenati, in forma umana o animale, divinità o esseri spirituali, in genere associati al bosco o alla foresta.


sabato 30 novembre 2013

QUANDO C E' UNA META ANCHE IL DESERTO DIVENTA STRADA...!





Gente che soffre.Gente che combatte.Gente spesso maltrattata ma innocente.Gente spesso abbandonata ma bisognosa.Gente forte.Gente umiliata e spenta.Gente che si vende per far vivere i propri figli.Gente come noi.Gente che spera
Quando andate a letto, tirate sù le coperte fino a coprire il cuore...E' li che dormono le persone che non potete avere accanto.
QUANDO C E' UNA META ANCHE IL DESERTO DIVENTA STRADA...!!!




dal web: http://www.ilquotidianoinclasse.it/2013/02/gente-che-spera/
  

venerdì 29 novembre 2013

FRAGILITA’ VIRILE




DISORIENTATO, FRAGILE, FINITO,  SUL DECLICO DEL MASCHIO SE NE DICONO DI TUTTI I COLORI, IN REALTA’ “IL SESSO FORTE” NON E’ STATO SCONFITTO MA HA SOLO CAMBIATO IL MODO DI RAPPORTARSI.


L’antico modello di uomo (agli uomini l’autorità e il controllo; alle donne l’emozione e la vulnerabilità) è andata in frantumi, l’eliminazione delle barriere tra i sessi impone una nuova fluidità. Un uomo deve avere una doppia esigenza, da un lato l’apertura all’emozione e alla sua espressione, dall’altro l’affermazione dei suoi tratti virili.
Dov’è il problema, se avvolte si deve ammettere la propria debolezza?
Debolezza. La parola viene lasciata cadere troppo spesso, nell’immaginario maschile, come sinonimo di impotenza, tema sul quale, inutile dirlo, non si scherza, ma è veramente una parolaccia? Debolezza non significa necessariamente rassegnazione, quando si trasforma  in sinonimo di complicità, al contrario, diventa afrodisiaco!
Parlare senza paura vuol dire essere più umani, quindi più uomini.
La chiave di svolta sta nel fatto che sia gli uomini che le donne devono essere consapevoli, che nonostante tutto, esistono delle differenze tra i sessi, e che senza di esse non esisterebbe più l’alterità, e  quindi più nulla ci permetterà di amare come prima, diventeremmo tutti degli asessuati.
La fine del maschio, non c’è mai stata, ci si stava accingendo a lasciare il poso a un uomo tranquillo e libero dai giochi di predominio. Lontano dalle copertine delle riviste femminili sul presunto malessere maschile.
L’uomo nuovo non ha paura della donna, il suo posto, ha capito, che lo deve guadagnare durante tutta la vita, ed è appassionante, che la nostra virilità, poggia su un’alleanza tra forza e dolcezza, e sicuri ormai, che cucinare per signora e bambini, non ha niente di denigrante.

Nella mia vita di coppia, si discute di tutto e capita che io mi occupi di certi compiti domestici, o viceversa.

mercoledì 27 novembre 2013

LA CULTURA CI RENDE RICCHI



ECCO PERCHE’ NON POSSIAMO PERMETTERCI DI TAGLIARLA


I fondi destinati alla valorizzazione delle nostre risorse culturali diminuiscono di anno in anno. Calano le sponsorizzazioni dei privati, eppure investire sul nostro patrimonio artistico aumenterebbe i posti di lavoro e migliorerebbe le nostre vite. Senza pensare solo al turismo di massa.


Se diciamo all’estero la parola Italia, cosa viene in mente alla gran parte delle persone? La cultura. Forse declinata come musica lirica o come architettura rinascimentale, o forse romana. O forse verranno in mente le bellezze paesaggistiche, o le eccellenze gastronomiche. Il nostro patrimonio artistico, in effetti, è enorme, smisurato.


Eppure  i fondi destinati alla valorizzazione delle nostre risorse culturali, diminuiscono di anno in anno. Con la cultura non si mangia, disse l’allora ministro Tremonti, e visto che c’è la crisi, giù con i tagli.


Ma perché non siamo capaci di valorizzare questo patrimonio che ci rende unici al mondo? Siamo ancora ancorati a una visione antica, quella del capitalismo, per cui se una cosa non produce reddito non vale niete.

Cosa significa investire sulla cultura? Non significa solo aprire un museo o un teatro, ma la cultura è fattore d’identità e coesione sociale, di unità. In ogni caso è uno spreco non rendere fruibili o non sviluppare la cultura in un paese, specie quando questo è l’Italia.


certosa di San Lorenza Padula
Grazzano Visconti

Castell'Arquato
complesso nuragico su nuraxi

Questi sono solo alcuni dei tanti siti culturali, chi né ha voglia può aggiungerne degli altri, magari meno famosi ma sicuramente di grande interesse.


tratto da: http://www.consumatori.e-coop.it/index.php/archivio/2013/2013-ottobre/la-cultura-ci-rende-ricchi/

                     


domenica 24 novembre 2013

PRIVATIZZAZIONI ALL'ITALIANA .... FLASCH BACK



I CONTI PUBBLICI DI NUOVO A RISCHIO, SI TORNA A PARLARE DI PRIVATIZZAZIONI PER FARE CASSA. MA LA STORIA RECENTE INSEGNA CHE RARAMENTE HANNO FATTO L’INTERESSE DEI CITTADINI.




Flash back, vent’anni fa, su un yacht di proprietà della corona britannica, i capi della finanza mondiale, trattano l’acquisto  di pezzi dell’economia pubblica italiana. Comincia l’epoca delle privatizzazioni, e gli uomini di stato mettono in vetrina i gioielli di famiglia. Obbiettivo risanare il debito pubblico.
Ritorno al presente, nuovi attori stessa trama, si torna a parlare di privatizzazioni, il modo più veloce per far cassa. Di nuovo si cerca di vendere i beni pubblici, come nelle famiglie nobili in decadenza.
Dal Britannia in avanti, però i finali delle storie di privatizzazioni all’italiana raramente sono stati lieti, e sovente contraddicono il patriottismo, come pare stia accadendo a Telecom o Alitalia, già privatizzate e in procinto di essere rilevate da società straniere.
La storia dovrebbe essere d’insegnamento, invece il destino della privatizzazione all’italiana sembra consolidato, svendere  pezzi di stato per cercare di coprire il debito pubblico e poi pentirsene.

All’estero l’hanno capito e si preparano allo shopping.




http://issuu.com/reporter_mn2011/docs/reporter_mensile02-13

sabato 23 novembre 2013

23 NOVEMBRE 1980 GIORNATA DELLA MEMORIA


Il 23 novembre, alle 19.35 di ogni anno,  c’è chi si fermerà un attimo per ricordare.




Chi ha il dono delle fede forse si sfermerà in memoria di tanti lutti. Chi possiede il laico dubbio della ragione, si interrogherà su quel che andava fatto meglio e di più, ma non è stato fatto.


 Sono passati 33 anni dal terremoto del 1980 in irpinia, e oggi, voglio degnamente ricordare i caduti di quel tragico giorno con la celebrazione della Giornata della Memoria come momento di riflessione.

Anch’io c’ero, avevo 10 anni, eppure  ancora il ricordo è indelebile, le paure, la disperazione, le emozioni, rivissute mio malgrato anche con il terremoto in Emilia, non si cancellano e negli occhi ho le immagini di quei momenti .….. mi trovavo a casa di mia nonna nel centro storico del paese, ma quello che ricordo con piu’ chiarezza sono i giorni successivi, le notti in tenda, in mezzo al freddo alla neve e al fango.




Novanta secondi e nulla fu più uguale.
Domenica 23 novembre 1980, ore 19,35.
La data che segna il prima e il dopo.




L’Italia sognava in bianco e nero; la tv a colori era un privilegio ancora di pochi, specie nei piccoli centri del Sud. Sandro Pertini era il Presidente della Repubblica e Arnaldo Forlani era il Capo del Governo.

Il sisma del 1980 distrusse vite, alterò la geografia dei luoghi, stravolse modelli sociali, suscitò ingenue speranze, produsse laceranti delusioni. Eppure quelli furono i giorni del volontariato e della solidarietà. Centinaia, migliaia di giovani accorsero dal Nord nel profondo Sud per sostituirsi ad uno Stato assente .

Li chiamarono “gli angeli” del terremoto. Oltre 8.000 furono i soccorritori intervenuti. Forse, fu l’ultima mobilitazione popolare nel nome dell’unità d’Italia. Ogni centro raso al suolo ha avuto il suo “villaggio piemontese”, la sua “piazza Parma”, la “mensa emiliana”, segni concreti di una solidarietà operativa.

Ogni anno la data del 23 novembre è nella mia mente e nel cuore di tutti coloro che hanno vissuto direttamente, la tragedia del terremoto dell’Irpinia. E così penso che sarà per tutti coloro che hanno vissuto  un’esperienza del genere.

Oggi abito a Mantova ma ogni volta che vedo una città colpita da questi eventi il ricordo e le immagini ritornano a quella sera.

venerdì 22 novembre 2013

PERCHE’ I RAGAZZI ABBANDONANO LO SPORT?


TROPPE PRESSIONI E ILLUSIONI



In italia 80% dei ragazzi pratica almeno uno sport, ma verso i 14anni, proprio in cui l’attività fisica sarebbe un vero toccasana per la crescita dei ragazzi a livello fisico, psicologico e sociale, si riduce drasticamente. Perché? Cosa succede?

Per capire il perché, è necessario comprendere quali sono le molle che gli hanno fatto decidere di mollare. E tra queste troviamo l’agonismo esasperato fin da giovani, il risultato a tutti i costi, l’illusione preclusa di diventare dei campioni a discapito del divertimento, la gioia di giocare, di fare parte di un gruppo, conoscere nuovi amici.

Pretendere da un bambino, fin dalla sua prima esperienza sportiva, la vittoria ad ogni costo, può influenzare negativamente il processo di sviluppo delle sue motivazioni, se a questo si ci aggiunge un inadeguato supporto emotivo nei momenti degli insuccessi si creano le premesse per cui il bambino giocherà non tanto per se stesso, ma per le richieste.

L’importante è la prestazione, non il risultato, a nessuno piace perdere!

 Ma anche se ha una valenza positiva sulla crescita dell’adolescente, va assolutamente rifiutata come filosofia, e unico obiettivo. È fondamentale insegnare ai ragazzi a gestire la sconfitta, credendo in loro, apprezzando i loro sforzi e sollecitandoli continuamente a essere volenterosi e tenaci.
Per prevenire l’abbandono, quindi, è necessario affrontare il problema alla radice, il bimbo deve giocare allo sport e non praticare sport. 

L’allenatore deve essere un leader autoritario e non autorevole, deve stimolare e motivare, deve poter instaurare con i ragazzi un dialogo sincero e creare un clima positivo in cui si respiri aria di collaborazione, infine i genitori devono interferire il meno possibile, evitando di esercitare pressioni e di riversare su di loro eccessive aspettative

Il giovane non ha fallito se, pur perdendo ha dato il massimo


mercoledì 20 novembre 2013

SARDEGNA: IMMORALE PARLARE DI FATALITA'


abusare cinicamente della parola «destino»



La Sardegna. L’isola delle meraviglie, delle spiagge bianche e del mare azzurro smeraldo, di un entroterra ricco di fascino e di storia, è stata trasformata in qualcosa di spettrale e terrorizzante. Una tragedia immane, che mette i brividi.

solitamente in queste occasioni non riesco a polemizzare, ma sento solo l’esigenza di stringermi attorno alle popolazioni colpite dall’ennesimo disastro ambientale, però non riesco ad esimermi dall’esprimere alcune rabbiose considerazioni.

La mia  è rabbia quella che provo nel contare, ancora una volta, le vittime di una tragedia evitabile, è  rabbia quando ascolto il Presidente della Regione Sardegna affermare che “La morte violenta dei cittadini sardi  è  causa di una fatalità”.  abusando cinicamente della parola «destino»

Questi signori non lo sanno che il destino è una cosa seria, fuori dalla loro portata. Il destino non è quindi la pioggia che cade, ma è l’argine invaso dai detriti non sgomberati. Non è il torrente che ingrossa, ma è senz’altro la casa che gli è stata costruita nel letto dove doveva scorrere. Non è il fango che scende a valle, ma di sicuro è la via chiusa tra villette a schiera che gli fa da diga.  

Il destino è un progetto con nomi e cognomi e non è cieco né baro: dipende da noi, quindi chi parla di fatalità è colluso con i pescecani del cemento.

 Sta in questo pensiero la radice del disastro che il nostro territorio subisce in modo continuo. Alcuni giorni fa le Marche, in questi stessi giorni la Basilicata e la Calabria

.. I sardi, che  hanno dato di sé stessi al mondo, una prova di solidarietà, che avrebbero di certo preferito risparmiarsi, davanti a questa evidenza, pagata a prezzo carissimo, non può chiedere a sé stessa l’ennesimo silenzio.  L’offesa più grande sarebbe affidarsi per l’ennesima volta a un dopo che non arriverà mai, come non è arrivato nelle alluvioni  precedenti: disastri ciclici tutt’altro che millenari, al punto che la mia generazione ne ha già visti troppi. . E’ ora di dire basta per sempre. Basta a dover piangere morti ingiuste dovute all’incuria e all’avidità. Basta con lo scempio del territorio.


Purtroppo però, fra qualche giorno, seppelliti i morti, non se ne parlerà più, fino alla prossima “FATALITA’”. Del resto è questo lo specchio dell'Italia.